SI PARTE DA QUI:
Omnia: offerta da Call&Call Holding per affitto ramo
d'azienda
2010-01-27
MERCOLEDI' 27 GENNAIO 2010
La manifestazione di interesse riguarda i call center Wind
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 27 gen - Offerta per i
call center Wind gestiti da Omnia Service Center. Osc, che
fa capo al gruppo Voicity, ha ricevuto una manifestazione di
interesse per l'affitto del ramo d'azienda milanese dedicato
a un primario operatore telefonico. Secondo fonti
industriali, il ramo in oggetto riguarda i call center
dedicati a Wind e l'operazione e' soggetta all'approvazione
di quest'ultima. Call&Call Holding, capogruppo di un network
di call center diffusi su tutto il territorio nazionale, -
si legge in una nota - si fara' carico e liquidera' tutte le
retribuzioni nette, arretrate e non corrisposte, e si
assumera' in carico il Tfr dei dipendenti del ramo d'azienda
affittato. Inoltre, Omnia si e' gia' attivata per ottenere
lo smobilizzo, anche in via anticipata, di alcuni crediti
vantati nei confronti di propri clienti, per un controvalore
di circa 4 milioni: questi flussi saranno interamente
impiegati per i salari e i Tfr dei propri dipendenti. Fon-
(RADIOCOR) 27-01-10 13:52:17 (0212) 5 NNN
CONTINUA COSI'........
> dopo che Omnia/Voicity da oggi è stata costretta a
> metterci in cassa integrazione (almeno così riceviamo
> qualche soldo), noi lavoratori ex wind, abbiamo ricevuto
> una proposta a dir poco scandalosa:
> dobbiamo rinunciare a chiedere il pagamento degli stipendi
> da novembre ad oggi, il recupero del nostro tfr finito
> nelle grinfie di omnia, il pagamento dell'irpef da parte
> dell'azienda che si è preso i soldi in busta paga ma non
> li ha mai versati, il premio di produzione che ci spettava
> , il fondo rimborso spese mediche che avevamo, il
> versamento delle quote ai fondi pensionistici che omnia
> non ha mai effettuato, il versamento dei contributi che
> omnia si è ben guardata dal farlo, la perdita di
tutti gli
> scatti di anzianità contrattuali maturati ad oggi e
> soprattutto la garanzia di un posto di lavoro
> in cambio di
>
> lo spostamento presso una controllata dell'outsourcer
> Almaviva senza alcuna clausola di garanzia (insomma un
> colloquio di lavoro che chiunque può chiedere portando
un
> curriculum).
> Per questo SABATO dalle 13h00 alle 16h00 ci sarà un
> presidio presso il negozio MONDOWIND in piazza Cordusio
quindi l'offerta Costamagnatutti (Call&Call) non è andata
in porto e forse è per questo che è tornato giusto 2
giorni fa sulla preda Answers, rispetto alla quale in queste
ore stanno definendo i termini dell'affitto O PROBABILMENTE GRAZIE ALLA GESTIONE INCAUTA DELLA TRATTATIVA GIA' DEFINITO. ......APPLAUSI.........
giovedì 4 febbraio 2010
martedì 2 febbraio 2010
LA DECISIONE DEL TRIBUNALE DI PISTOIA SULLA VERTENZA ANSWERS
febbraio 02, 2010
Una piccola folla di lavoratrici e lavoratori dell' Answers ha atteso, fuori del tribunale di Pistoia, la decisione della magistratura sull' istanza di fallimento presentata per il call center di S. Agostino.
In aula, come avevamo anticipato, l' azienda si è presentata davanti al giudice Raffaele D' Amora, presidente del tribunale fallimentare, con una proposta di concordato, rappresentata dagli studi legali Santaroni di Roma e Rosi di Pistoia, chiedendo un rinvio di 45 giorni.
Confermando così il timore di sindacato e dipendenti, per i quali, ogni giorno che passa, porta il rischio della perdita di altro lavoro, pregiudicando le possibilità futuro di Answers.
La decisione del tribunale, alla fine, accolta con evidente sollievo fuori dall' aula, è stata di accordare un rinvio ma solo al 24 febbraio.
Per quella data, cosa più importante, la direzione aziendale si è impegnata a portare a compimento, con lo strumento dell' affitto di ramo d' azienda, la cessione di Answers di S. Agostino al gruppo Call&Call, presente in aula con il suo presidente Umberto Costamagna.
Se tutto andrà a buon fine, l'impegno preso pubblicamente da Call & Call, ottavo gruppo nazionale per il settore call center, è quello di far ripartire il lavoro entro 48 ore dall' acquisizione del controllo dell' azienda.
posted by TVL TV LIBERA (PISTOIA) at 2:03:00 PM
AGGIUNGO IO....VEDREMO IL NUOVO PROPRIETARIO E SPERIAMO BENE; E IL MANTENIMENTO DEI POSTI DI LAVORO? E I DEBITI PRECEDENTI? TUTTO DA TRATTARE, NON DOVREBBE ESSERE STATO TRATTATO PRIMA QUESTO ARGOMENTO, INTERESSA SOLO 560 POSTI DI LAVORO...
Una piccola folla di lavoratrici e lavoratori dell' Answers ha atteso, fuori del tribunale di Pistoia, la decisione della magistratura sull' istanza di fallimento presentata per il call center di S. Agostino.
In aula, come avevamo anticipato, l' azienda si è presentata davanti al giudice Raffaele D' Amora, presidente del tribunale fallimentare, con una proposta di concordato, rappresentata dagli studi legali Santaroni di Roma e Rosi di Pistoia, chiedendo un rinvio di 45 giorni.
Confermando così il timore di sindacato e dipendenti, per i quali, ogni giorno che passa, porta il rischio della perdita di altro lavoro, pregiudicando le possibilità futuro di Answers.
La decisione del tribunale, alla fine, accolta con evidente sollievo fuori dall' aula, è stata di accordare un rinvio ma solo al 24 febbraio.
Per quella data, cosa più importante, la direzione aziendale si è impegnata a portare a compimento, con lo strumento dell' affitto di ramo d' azienda, la cessione di Answers di S. Agostino al gruppo Call&Call, presente in aula con il suo presidente Umberto Costamagna.
Se tutto andrà a buon fine, l'impegno preso pubblicamente da Call & Call, ottavo gruppo nazionale per il settore call center, è quello di far ripartire il lavoro entro 48 ore dall' acquisizione del controllo dell' azienda.
posted by TVL TV LIBERA (PISTOIA) at 2:03:00 PM
AGGIUNGO IO....VEDREMO IL NUOVO PROPRIETARIO E SPERIAMO BENE; E IL MANTENIMENTO DEI POSTI DI LAVORO? E I DEBITI PRECEDENTI? TUTTO DA TRATTARE, NON DOVREBBE ESSERE STATO TRATTATO PRIMA QUESTO ARGOMENTO, INTERESSA SOLO 560 POSTI DI LAVORO...
lunedì 1 febbraio 2010
tavolo phonemedia: cosa accadra'?
ROMA Vertenza Phonemedia: nuova riunione, oggi con inizio alle 20,30, del tavolo alla Presidenza del Consiglio. Il sottosegretario Gianni Letta incontrerà i responsabili aziendali e i sindacati di categoria. La riunione prenderà in esame i problemi delle aziende Agile, Eutelia e Phonemedia; Vercelli e Novara saranno rappresentate dai delegati delle rispettive Rsu, entrambi in quota Cgil, Roberto Croce e Silvia Franco. Martedì, con inizio alle 11, Croce riferirà all’assemblea in azienda: è prevista la presenza del segretario regionale Slc-Cgil Rebellino.
Inizialmente si era detto che vi avrebbe partecipato Susanna Camusso, componente della segreteria nazionale della Cgil, ma in extremis la sindacalista aveva dato forfait dal momento che sarebbe stata impegnata a Roma lunedì. Purtroppo la vertenza Phonemedia di Trino, con il presidio nella «tenda verde» che resiste da 62 giorni, non è l’unica componente nera della situazione occupazionale; LA MAGGIOR PARTE DELLE SEDI SONO IN OCCUPAZIONE
ora detto questo, non dovrebbe la vertenza phonemedia, che ricordo interessa 7.000 dipendenti ridotti ormai alla poverta' estrema, oltre eutelia-agile (che di per sè ha un coordinamento piu' forte), avere un risalto e e una spinta sindacale maggiore? auspico in un coordinamento nazionale, visto il problema che ci accomuna; magari con un maggior coinvolgimento dei lavoratori. Non ritengo che questa GRAVISSIMA situazione possa essere definita anti-italiana...perchè questo sta' accadendo in ITALIA! E QUESTA è L'ITALIA CHE NOI PURTROPPO STIAMO VIVENDO.
Inizialmente si era detto che vi avrebbe partecipato Susanna Camusso, componente della segreteria nazionale della Cgil, ma in extremis la sindacalista aveva dato forfait dal momento che sarebbe stata impegnata a Roma lunedì. Purtroppo la vertenza Phonemedia di Trino, con il presidio nella «tenda verde» che resiste da 62 giorni, non è l’unica componente nera della situazione occupazionale; LA MAGGIOR PARTE DELLE SEDI SONO IN OCCUPAZIONE
ora detto questo, non dovrebbe la vertenza phonemedia, che ricordo interessa 7.000 dipendenti ridotti ormai alla poverta' estrema, oltre eutelia-agile (che di per sè ha un coordinamento piu' forte), avere un risalto e e una spinta sindacale maggiore? auspico in un coordinamento nazionale, visto il problema che ci accomuna; magari con un maggior coinvolgimento dei lavoratori. Non ritengo che questa GRAVISSIMA situazione possa essere definita anti-italiana...perchè questo sta' accadendo in ITALIA! E QUESTA è L'ITALIA CHE NOI PURTROPPO STIAMO VIVENDO.
giovedì 21 gennaio 2010
NE LICENZIATE NE CIG .....COME SI PUO' VIVERE????? I VERI SOFFERENTI SONO I LAVORATORI
La mobilitazione degli addetti al call center di Trino Vercellese
Presidio "da campo" alle porte del paese e assemblea permanente in azienda
Phonemedia, il leader dei call center
lascia un esercito di 7mila fantasmi
La denuncia del sindacato: "Settemila famiglie in bilico per le tv non fanno
notizia"
"Non siamo licenziati né in cig, è solo tutto fermo e il 'padrone' è
scomparso"di SALVATORE MANNIRONI
Una delle tante manifestazioni dei lavoratori Phonemedia di Trino Vercellese
C'è chi rimpatria milioni di euro evasi al fisco per anni e chi non vede lo
stipendio per mesi. I primi resteranno ignoti, protetti dallo scudo fiscale;
i secondi, invece, si conoscono bene. Alla Phonemedia, ad esempio, sono in
settemila, un elenco lunghissimo di nomi e cognomi, di lavoratori che da
dodici città non solo italiane assistono alla lenta agonia della loro
azienda; la stessa che fino a pochi mesi fa si definiva sul proprio sito
"leader in Italia dei servizi di telemarketing e business process
outsorcing".
UNA VICENDA DI CRISI E SOSPETTI
Qui gli stipendi si prendevano in due tranches e l'ultimo mezzo salario,
quello di settembre, gli operatori di Phonemedia lo hanno ricevuto ai primi
di dicembre. Nel frattempo il colosso dei contact center è diventato un
fantasma, nel senso che non c'è uno stato di crisi dichiarato, non è stata
richiesta la cassa integrazione, non sono state avviate procedure per la
mobilità, eppure il lavoro è fermo, quasi tutte le sedi sparse per l'Italia
sono chiuse, la clientela illustre è sparita e dei vertici aziendali non si
ha notizia, come non se ne hanno delle prospettive e soprattutto dei salari
arretrati.
"A Trino Vercellese abbiamo iniziato lo sciopero a novembre - racconta
Roberto Croce, rsu Cgil -; dal 2 dicembre siamo in assemblea permanente e
abbiamo attivato un presidio simbolo alle porte del paese dove viviamo a
turno ormai da 50 giorni in attesa di novità che non arrivano". Il presidio
è una tenda messa a disposizione dalla Protezione civile, una cucina da
campo offerta dalla pro loco, un bagno chimico. Senza stipendi e quasi
sempre con famiglie a carico, ogni giorno bisogna inventarsi qualcosa per
finanziare la mobilitazione: "Abbiamo due fondi - spiega Croce - : il
fondo Tenda verde è alimentato con quello che riusciamo a guadagnare facendo
mercatini e con collette tra partiti e associazioni; nell'altro ci sono i
sostegni che otteniamo da istituzioni. Ci compriamo il cibo, paghiamo la
benzina per i colleghi che vengono da fuori".
La lotta collettiva è una cosa, le situazioni personali sono altro: "Chi
lavorava full time, 40 ore a settimana, prendeva poco più di mille euro
mensili, chi era part time non arrivava a 600 euro. Da gennaio del 2009, tra
l'altro, l'azienda aveva iniziato a pagare il salario in due tranches per
cui non ti sembra neppure uno stipendio. In queste condizioni e con tre mesi
di ritardo nei pagamenti arrivi alla terza settimana del mese, se va bene, e
basta nulla a far saltare i conti. Ogni tanto qualcuno scoppia a piangere.
Nei casi di maggiore difficoltà, quando il lavoratore è l'unica fonte di
reddito in famiglia o anche il coniuge è in cassa integrazione, con l'aiuto
del Comune, chiediamo alle aziende che forniscono i servizi primari di
concedere delle proroghe alle bollette in scadenza".
Peggio sta chi ha mutui accesi o ha bisogno di prestiti: "In banca -
racconta il rappresentante sindacale - ti chiedono: ti hanno licenziato? E
tu rispondi no. Sei in cassa integrazione? E rispondi ancora no. Allora ti
chiedono le ultime buste paga e tu devi spiegare che non le vedi da mesi".
Un aiuto i lavoratori di Trino Vercellese, come i colleghi di Novara e
Biella, sperano di averlo dalla legge regionale che ha costituito un fondo a
sostegno di 1.200 lavoratori piemontesi che abbiano un ritardo nei pagamenti
di almeno tre mensilità. Le domande si potranno presentare da lunedì
prossimo, ma in questa condizione non ci sono solo gli addetti di
Phonemedia. Un altro fondo è stato stanziato dalla Provincia di Vercelli,
mentre il Banco alimentare ha fornito 120 sacchetti con prodotti alimentari.
Le prospettive dopo 50 giorni in tenda? "Zero - dice laconicamente Roberto
Croce - . Circolano anche voci che dicono che la clientela è persa. Abbiamo
chiesto un incontro con il sottosegretario Letta e a fine mese presenteremo
l'istanza di insolvenza al tribunale di Novara per chiedere il
commissariamento dell'azienda".
Quello che intanto i lavoratori Phonemedia vorrebbero subito, per sostenere
la loro battaglia, è una ribalta mediatica, soprattutto televisiva,
nazionale. Purtroppo, però, non hanno una ciminiera sulla quale salire per
minacciare gesti estremi: "A differenza della vertenza Agile-Eutelia -
lamenta Croce - la nostra situazione è ignorata dalle tv nazionali,
malgrado si siano fatte manifestazioni davanti alle sedi Rai e Mediaset.
Sembra che settemila famiglie sul lastrico non facciano notizia, ma questa è
una bomba sociale pronta a esplodere".
Presidio "da campo" alle porte del paese e assemblea permanente in azienda
Phonemedia, il leader dei call center
lascia un esercito di 7mila fantasmi
La denuncia del sindacato: "Settemila famiglie in bilico per le tv non fanno
notizia"
"Non siamo licenziati né in cig, è solo tutto fermo e il 'padrone' è
scomparso"di SALVATORE MANNIRONI
Una delle tante manifestazioni dei lavoratori Phonemedia di Trino Vercellese
C'è chi rimpatria milioni di euro evasi al fisco per anni e chi non vede lo
stipendio per mesi. I primi resteranno ignoti, protetti dallo scudo fiscale;
i secondi, invece, si conoscono bene. Alla Phonemedia, ad esempio, sono in
settemila, un elenco lunghissimo di nomi e cognomi, di lavoratori che da
dodici città non solo italiane assistono alla lenta agonia della loro
azienda; la stessa che fino a pochi mesi fa si definiva sul proprio sito
"leader in Italia dei servizi di telemarketing e business process
outsorcing".
UNA VICENDA DI CRISI E SOSPETTI
Qui gli stipendi si prendevano in due tranches e l'ultimo mezzo salario,
quello di settembre, gli operatori di Phonemedia lo hanno ricevuto ai primi
di dicembre. Nel frattempo il colosso dei contact center è diventato un
fantasma, nel senso che non c'è uno stato di crisi dichiarato, non è stata
richiesta la cassa integrazione, non sono state avviate procedure per la
mobilità, eppure il lavoro è fermo, quasi tutte le sedi sparse per l'Italia
sono chiuse, la clientela illustre è sparita e dei vertici aziendali non si
ha notizia, come non se ne hanno delle prospettive e soprattutto dei salari
arretrati.
"A Trino Vercellese abbiamo iniziato lo sciopero a novembre - racconta
Roberto Croce, rsu Cgil -; dal 2 dicembre siamo in assemblea permanente e
abbiamo attivato un presidio simbolo alle porte del paese dove viviamo a
turno ormai da 50 giorni in attesa di novità che non arrivano". Il presidio
è una tenda messa a disposizione dalla Protezione civile, una cucina da
campo offerta dalla pro loco, un bagno chimico. Senza stipendi e quasi
sempre con famiglie a carico, ogni giorno bisogna inventarsi qualcosa per
finanziare la mobilitazione: "Abbiamo due fondi - spiega Croce - : il
fondo Tenda verde è alimentato con quello che riusciamo a guadagnare facendo
mercatini e con collette tra partiti e associazioni; nell'altro ci sono i
sostegni che otteniamo da istituzioni. Ci compriamo il cibo, paghiamo la
benzina per i colleghi che vengono da fuori".
La lotta collettiva è una cosa, le situazioni personali sono altro: "Chi
lavorava full time, 40 ore a settimana, prendeva poco più di mille euro
mensili, chi era part time non arrivava a 600 euro. Da gennaio del 2009, tra
l'altro, l'azienda aveva iniziato a pagare il salario in due tranches per
cui non ti sembra neppure uno stipendio. In queste condizioni e con tre mesi
di ritardo nei pagamenti arrivi alla terza settimana del mese, se va bene, e
basta nulla a far saltare i conti. Ogni tanto qualcuno scoppia a piangere.
Nei casi di maggiore difficoltà, quando il lavoratore è l'unica fonte di
reddito in famiglia o anche il coniuge è in cassa integrazione, con l'aiuto
del Comune, chiediamo alle aziende che forniscono i servizi primari di
concedere delle proroghe alle bollette in scadenza".
Peggio sta chi ha mutui accesi o ha bisogno di prestiti: "In banca -
racconta il rappresentante sindacale - ti chiedono: ti hanno licenziato? E
tu rispondi no. Sei in cassa integrazione? E rispondi ancora no. Allora ti
chiedono le ultime buste paga e tu devi spiegare che non le vedi da mesi".
Un aiuto i lavoratori di Trino Vercellese, come i colleghi di Novara e
Biella, sperano di averlo dalla legge regionale che ha costituito un fondo a
sostegno di 1.200 lavoratori piemontesi che abbiano un ritardo nei pagamenti
di almeno tre mensilità. Le domande si potranno presentare da lunedì
prossimo, ma in questa condizione non ci sono solo gli addetti di
Phonemedia. Un altro fondo è stato stanziato dalla Provincia di Vercelli,
mentre il Banco alimentare ha fornito 120 sacchetti con prodotti alimentari.
Le prospettive dopo 50 giorni in tenda? "Zero - dice laconicamente Roberto
Croce - . Circolano anche voci che dicono che la clientela è persa. Abbiamo
chiesto un incontro con il sottosegretario Letta e a fine mese presenteremo
l'istanza di insolvenza al tribunale di Novara per chiedere il
commissariamento dell'azienda".
Quello che intanto i lavoratori Phonemedia vorrebbero subito, per sostenere
la loro battaglia, è una ribalta mediatica, soprattutto televisiva,
nazionale. Purtroppo, però, non hanno una ciminiera sulla quale salire per
minacciare gesti estremi: "A differenza della vertenza Agile-Eutelia -
lamenta Croce - la nostra situazione è ignorata dalle tv nazionali,
malgrado si siano fatte manifestazioni davanti alle sedi Rai e Mediaset.
Sembra che settemila famiglie sul lastrico non facciano notizia, ma questa è
una bomba sociale pronta a esplodere".
LA STRAGE DEI LAVORATORI PHONEMEDIA CONTINUA....
Da repubblica
ciao frenchi
Phonemedia, dalla nascita nel 2002 alla cessione di luglio a Omega
I lavoratori si affidano al tribunale per avere almeno i salari arretrati
Un tramonto tra crisi e sospetti
per il colosso dei contact center
Sedi chiuse, clienti in fuga, dipendenti in attesa di un piano industriale
inesistente
cosa c'è dietro la protesta dei settemila addetti sparsi in dodici città
italiane
Gli operatori del call center Phonemedia di Trino Vercellese in corteo
Nata a Novara come Phonetika nel 2002, l'azienda fondata da Fabrizio Cazzago
diventa nel giro di pochi anni un colosso nel settore dei contact center
anche e soprattutto un processo di acquisizioni concentrato in Italia ma che
arriva fino in Albania ed Argentina. Nel 2007 e 2008, come illustra il sito
ufficiale, il gruppo diventa "leader nei servizi call center e di supporto
alle più importanti aziende nello sviluppo e nella gestione dell'intero
processo di costumer relationship marketing".
Nelle sedi italiane di Novara, Trino Vercellese, Biella, Monza, Bologna,
Casalecchio di Reno, Pistoia, Bitritto, Bari, Catanzaro, Vibo Valentia e
Trapani lavorano circa 5.200 dipendenti ai quali di fatto sono "affidate" in
outbound le clientele di grandi aziende come Telecom Italia, Enel, Tim,
Wind, H3g, Vodafone, Avon, ma anche i servizi "inbound" di prenotazione per
molti istituzioni ed enti pubblici quali Regioni, Comuni ed Asl.
Il successo del gruppo, secondo il sindacato, è legato anche a una politica
aziendale che pretende un altissimo livello di produttività a fronte di
stipendi bassissimi. Malgrado il titolare rivendichi solidità dei conti e
prestigio della clientela, i lavoratori sentono arrivare la crisi a dicembre
del 2008, quando l'azienda inizia a pagare gli stipendi non più a fine mese,
ma in due tranches, il 10 e il 24 di ogni mese e consegna la tredicesima a
gennaio inoltrato.
Le difficoltà crescono con l'acuirsi della crisi e Fabrizio Cazzago, anziché
gestire la fase di recessione con tutto quello che comporta, decide
all'improvviso di sfilarsi. Il 7 luglio, nel corso di un incontro con il
prefetto di Novara, l'imprenditore esclude categoricamente ogni eventualità
di cessione del gruppo; in realtà, quattro giorni prima, a quanto denunciato
dai sindacati, ha firmato un preliminare di vendita delle attività al gruppo
Omega.
Omega, network controllato da due fondi esteri, è un nome già noto alle
cronache. La società opera nel settore delle tlc e tra le altre attività va
rastrellando aziende decotte, in via di liquidazione o anche rami d'azienda
di società solide, con molte commesse pubbliche, ma alle prese con
difficoltà congiunturali come l'Eutelia.
In assenza di piani di rilancio delle singole aziende, è difficile capire il
perché di questa strategia. Il precedente dell'Agile preoccupa perché a 4
mesi dall'acquisizione, il nuovo proprietario ha poi annunciato un piano di
licenziamenti collettivi per 1.192 occupati sui 1.880 totali. I lavoratori
dell'Agile hanno presentato un esposto alla procura della Repubblica di
Arezzo sollecitando un'indagine sulle operazioni che hanno portato alla
cessione del ramo di azienda da Eutelia al network Omega. Fattostà che ai
primi di settembre, i vertici di Omega prendono possesso di Phonemedia e
come avvenuto all'Agile bloccano il pagamento degli stipendi, iniziando a
versare le retribuzioni con tre mesi di ritardo.
Il resto è il presente. Le sedi dei call center sono abbandonate, lavorano
solo (e con pochi dipendenti) i centri che hanno qualche coda di commessa da
smaltire e non c'è traccia di un piano industriale. Il sospetto dei
lavoratori è che le acquisizioni di Agile e Phonemedia non nascano da
progetti imprenditoriali, ma servano a salvare i vecchi proprietari -
Eutelia e Cazzago - dai rischi connessi a un eventuale fallimento. E che
dunque a pagare il prezzo più alto saranno i lavoratori messi presto o tardi
in mezzo a una strada.
Per questo, i settemila dipendenti Phonemedia - che non hanno più
interlocutori vecchi o nuovi ai quali chiedere lumi sul loro futuro - si
rivolgono ai tribunali, sperando in un commissario che assicuri, se non
altro, gli stipendi arretrati.
(19 gennaio 2010) Tutti gli articoli di Economia
ciao frenchi
Phonemedia, dalla nascita nel 2002 alla cessione di luglio a Omega
I lavoratori si affidano al tribunale per avere almeno i salari arretrati
Un tramonto tra crisi e sospetti
per il colosso dei contact center
Sedi chiuse, clienti in fuga, dipendenti in attesa di un piano industriale
inesistente
cosa c'è dietro la protesta dei settemila addetti sparsi in dodici città
italiane
Gli operatori del call center Phonemedia di Trino Vercellese in corteo
Nata a Novara come Phonetika nel 2002, l'azienda fondata da Fabrizio Cazzago
diventa nel giro di pochi anni un colosso nel settore dei contact center
anche e soprattutto un processo di acquisizioni concentrato in Italia ma che
arriva fino in Albania ed Argentina. Nel 2007 e 2008, come illustra il sito
ufficiale, il gruppo diventa "leader nei servizi call center e di supporto
alle più importanti aziende nello sviluppo e nella gestione dell'intero
processo di costumer relationship marketing".
Nelle sedi italiane di Novara, Trino Vercellese, Biella, Monza, Bologna,
Casalecchio di Reno, Pistoia, Bitritto, Bari, Catanzaro, Vibo Valentia e
Trapani lavorano circa 5.200 dipendenti ai quali di fatto sono "affidate" in
outbound le clientele di grandi aziende come Telecom Italia, Enel, Tim,
Wind, H3g, Vodafone, Avon, ma anche i servizi "inbound" di prenotazione per
molti istituzioni ed enti pubblici quali Regioni, Comuni ed Asl.
Il successo del gruppo, secondo il sindacato, è legato anche a una politica
aziendale che pretende un altissimo livello di produttività a fronte di
stipendi bassissimi. Malgrado il titolare rivendichi solidità dei conti e
prestigio della clientela, i lavoratori sentono arrivare la crisi a dicembre
del 2008, quando l'azienda inizia a pagare gli stipendi non più a fine mese,
ma in due tranches, il 10 e il 24 di ogni mese e consegna la tredicesima a
gennaio inoltrato.
Le difficoltà crescono con l'acuirsi della crisi e Fabrizio Cazzago, anziché
gestire la fase di recessione con tutto quello che comporta, decide
all'improvviso di sfilarsi. Il 7 luglio, nel corso di un incontro con il
prefetto di Novara, l'imprenditore esclude categoricamente ogni eventualità
di cessione del gruppo; in realtà, quattro giorni prima, a quanto denunciato
dai sindacati, ha firmato un preliminare di vendita delle attività al gruppo
Omega.
Omega, network controllato da due fondi esteri, è un nome già noto alle
cronache. La società opera nel settore delle tlc e tra le altre attività va
rastrellando aziende decotte, in via di liquidazione o anche rami d'azienda
di società solide, con molte commesse pubbliche, ma alle prese con
difficoltà congiunturali come l'Eutelia.
In assenza di piani di rilancio delle singole aziende, è difficile capire il
perché di questa strategia. Il precedente dell'Agile preoccupa perché a 4
mesi dall'acquisizione, il nuovo proprietario ha poi annunciato un piano di
licenziamenti collettivi per 1.192 occupati sui 1.880 totali. I lavoratori
dell'Agile hanno presentato un esposto alla procura della Repubblica di
Arezzo sollecitando un'indagine sulle operazioni che hanno portato alla
cessione del ramo di azienda da Eutelia al network Omega. Fattostà che ai
primi di settembre, i vertici di Omega prendono possesso di Phonemedia e
come avvenuto all'Agile bloccano il pagamento degli stipendi, iniziando a
versare le retribuzioni con tre mesi di ritardo.
Il resto è il presente. Le sedi dei call center sono abbandonate, lavorano
solo (e con pochi dipendenti) i centri che hanno qualche coda di commessa da
smaltire e non c'è traccia di un piano industriale. Il sospetto dei
lavoratori è che le acquisizioni di Agile e Phonemedia non nascano da
progetti imprenditoriali, ma servano a salvare i vecchi proprietari -
Eutelia e Cazzago - dai rischi connessi a un eventuale fallimento. E che
dunque a pagare il prezzo più alto saranno i lavoratori messi presto o tardi
in mezzo a una strada.
Per questo, i settemila dipendenti Phonemedia - che non hanno più
interlocutori vecchi o nuovi ai quali chiedere lumi sul loro futuro - si
rivolgono ai tribunali, sperando in un commissario che assicuri, se non
altro, gli stipendi arretrati.
(19 gennaio 2010) Tutti gli articoli di Economia
lunedì 28 dicembre 2009
ricordiamoci! SCANDALO ITALIANO "PHONEMEDIA-OMEGA-AGILE" 9.000 FANTASMI
all'indomani della manifestazione a Roma sotto palazzo chigi, si evince che verra' fissato l'ennesimo incontro senza risolvere nell'immediato la situazione che sta' gravando su migliaia di persone.
Vorrei raccontarvi la nostra storia con l'aiuto dei vari articoli ritrovati sui blog, visto che a quanto pare, siamo i nuovi fantasmi, il governo dice che la crisi è ormai superata e guardacaso le reti mediaset non danno risalto come dovrebbero alla nostra GRAVISSIMA situazione.
La società Phonetika nasce a Novara nella lungimirante (?) mente del Dr. Fabrizio Cazzago da Barengo,
che dottore poi non è, in quanto semplice geometra, nel 2002 nella città di Novara.
Circa 300 operatori affollano un call-center multiservizio situato quasi nel centro dell’ importante capoluogo piemontese.
Nel giro di pochi anni, Phonemedia, questo il nome successivamente dato all’ azienda novarese, diventa un giro d’ affari di svariati milioni.Riportiamo dal sito ufficiale :
Il Gruppo Phonemedia è leader in Italia nell’erogazione di servizi di telemarketing e Business Process Outsourcing.
In particolar modo ha sviluppato un “centre of excellence”, basato su un forte expertise e profondo know-how del mercato, grazie al quale può soddisfare qualsiasi esigenza per ogni Cliente.
Phonemedia è stata fondata nel 2002, nel 2004 entra attivamente nel mercato Latino Americano attraverso l’acquisizione di strutture e personale operativo in Argentina.
Dopo una veloce crescita ed espansione, nel 2005, è riconosciuta come leader italiano per quanto riguarda il settore dei contact center, in particolar modo nel settore Outbound.
Nel 2006 l’acquisizione della WCCR s.r.l. determina un ampliamento delle proprie strutture e risorse;
in più permette al Gruppo Phonemedia di poter consolidare la propria leadership in ambito contact center su tutto il territorio italiano.
Sempre nello stesso anno, il Gruppo Phonemedia e B-Services,società di sviluppo hardware e software innovativi su piattaforme proprietarie per progetti di E-procurament, Crm/Cati e Biometrics, integrano i rispettivi servizi dando vita a una fase di crescita congiunta che permette di offrire servizi altamente evoluti e qualificati a molteplici realtà aziendali, sfruttando al meglio tutti i principali canali di comunicazione.
Nel 2007 e 2008 continua l’ascesa del Gruppo Phonemedia nel panorama dell’outsourcing attraverso l’acquisizione di alcune società di settore come: Answers spa, Omniacall spa e Televoice spa, completandone la presenza territoriale di sedi operative e di personale rendendo il Gruppo Phonemedia
leader nei servizi Call Center e di supporto alle più importanti aziende nello sviluppo e nella gestione dell’intero
processo di Costumer Relationship Marketing.
Circa 5200 lavoratori solo sul terrritorio italiano sparsi nelle sedi di : Novara, Trino Vercellese, Biella, Monza, Bologna, Casalecchio di Reno, Pistoia, Bitritto, Bari, Catanzaro, Vibo Valentia e Trapani,
senza contare quelle in Argentina ed Albania e Romania.
INIZIA COSI' LA PROPAGANDA AZIENDALE NELLE VARIE SEDI SULLA "BELLEZZA" DI QUEST'AZIENDA DI QUANTO SIAMO FORTUNATI; IN PARTICOLARE A PISTOIA (PARLO PER ESPERIENZA PERSONALE) SI PRESENTA VERSO INIZI 2008 TALE SIG FABRIZIO CAZZAGO ACCOMPAGNATO DALL'INSEPARABILE SIG.RA BONIPERTI PER MOSTRARCI POI UN VIDEO SULLE "FRECCE TRICOLORE"; TALE SIG. CAZZAGO CI PARLA DI QUANTO SIANO PERFETTI IN VOLO, ED è QUELLO CHE IN BUONA SOSTANZA PRETENDEREBBE DA NOI COME SQUADRA: DARE RISULTATI PRECISI E OTTIMALI. PECCATO MANCHINO TOTALMENTE GLI STRUMENTI.....
La clientela Phonemedia abbraccia tutto il panorama industriale italiano, dal settore informatico e tlc a quello alimentare, dall’ energetico al bene di consumo. Telecom Italia, Enel, TIM, Wind, H3G, Vodafone, Avon, pagine bianche senza tralasciare le grosse commesse per gli enti pubblici per la fornitura di servizi inbound di prenotazione e/o consulto per la Regione Piemonte ed alcune A.S.L. piemontesi.
Già chi di finanza capisce poco si chiedeva come mai, a metà del 2008, in piena e profondissima crisi finanziaria
in tutto il mondo, il gruppo non solo non attuasse politiche conservative ma addirittura continuasse nell’ accaparramento di aziende affini e nella trasformazione dei contratti in essere di tipo collaborativo o precario in genere a contratti a tempo indeterminato (accaparramento selvaggio di fondi regionali POR ed europei e di incentivi all’ assunzione).
Ci si chiedeva come avrebbe potuto far fronte l’ azienda alla crisi mondiale incrementando, paradossalmente e spropositatamente, il libro-paga.
Ed infatti, ecco che le fondamenta cominciano a scricchiolare.
Nonostante il trattamento da nuovi schiavi del 2000 sopportato dai “produttivissimi”
lavoratori attuato dai vertici societari attraverso vessazioni, ricatti, mobbing e veri e propri lavaggi del cervello, la società entra in crisi. Senza però, si badi bene, dichiarare mai apertamente lo stato di crisi.
Senza mai proporre ai propri collaboratori “contratti di solidarietà” e strumenti analoghi volti alla salvaguardia della sopravvivenza stessa dell’ azienda.
La solfa è sempre la stessa…i clienti pagano con ritardo,
quando pagano…le commesse sono basse e sempre insufficienti…vengono spesso scaricate le responsabilità sui lavoratori improduttivi (ovviamente inquadrati a livelli scarsi rispetto alle mansioni effettive secondo il ccnl telecomunicazioni che gia' di per se è uno dei peggior contratti lavorativi aggiungo io)e sul personale preposto alla loro schiavizzazione, poco convincente nei metodi, a detta dei vertici che non ne facevano mistero alcuno nelle riunioni-farsa di tutto il 2009,
poco persuasivo e scarsamente trascinante nei confronti dei propri sottoposti nel coinvolgimento degli operatori e la responsabilizzazione verso il raggiungimento di un unico obiettivo : la produttività.
Belle chiacchiere, belle parole, nobili intenti. Solo sulla carta, come vedremo.
In conclusione, l’ azienda inizia nel dicembre 2008 a pagare gli stipendi in due tranches separate, dovrebbe essere stato una il 10 e l’ altra il 20 di ogni mese; in realta' queste 2 scadenze non vengono rispettate, Le tredicesime del 2008 arrivano circa con un mese di ritardo e manca totalmente la comunicazione fra azienda/sindacati e lavoratori.
Insomma, la solita tiritera vista e rivista con Omnia e gli altri scandali citati. Nel corso dei mesi durante tutto il 2009 la situazione non migliora. Seguono le riunioni farsa dei vertici aziendali con le consuete reprimende verso i tutor, i supervisori, i call-center manager rei di scarsa collaborazione e scarso spirito di persuasione verso gli operatori (potevano a questo punto dotarli di catene e fruste per completare la schiavizzazione !) e le famose tranches di stipendio arrivano non più il 10 ed il 20, ma in date casuali, con ritardi a volte preoccupanti anche di 10 giorni. La preoccupazione aumenta ma la dirigenza ostenta sicurezza e proclama piani di rinascita. Controcorrente e, forse ora, alla luce dei fatti.
RIPORTA IL SIG CAZZAGO: “Phonemedia è un’ azienda solida, con molto lavoro, eccellenti commesse. Però i clienti non pagano…le banche non ci fanno più credito sulle fatture creditizie…non c’è liquidità ed è totalmente inutile scioperare o protestare…in questo momento chiedo la massima collaborazione a tutti i dipendenti, sia dal punto di vista produttivo, sul quale non dobbiamo assolutamente abbassare la guardia e, anzi, migliorare le rese, sia dal punto di vista della comprensione nei confronti di una dirigenza che stà facendo di tutto, e farà di tutto, affinchè la società e tutti i suoi dipendenti possano uscire quanto prima da questo periodo di depressione”
E POI? UN GIOCO DI SCATOLE CINESI, SCOPRIAMO CHE ANSWERS SPA FA CAPO PMC SRL (CAPITALE SOCIALE 20.000 EURO DI CUI VERSATI 10.000)CHE FA CAPO A TPMC EUROPE SA IN LUSSEMBURGO......
E’ l’ ennesima buffonata…il Padrone ha già deciso la sorte della sua azienda che, sull’ orlo del baratro, porterebbe grossi guai finanziari al suo inventore, che millanta crediti per 25 milioni di commesse non ancora incassate. E probabilmente ci sarebbe anche da credergli riguardo ai crediti. Non altrettanto sugli intenti di rilancio industriale e sulle dichiarazioni di amore verso la sua creatura e le oltre cinquemila persone che, col loro lavoro, gli hanno permesso l’ acquisto del villone svizzero e le svariate auto di lusso di proprietà con le quali è solito farsi vedere in Novara. Infatti, da perfetto finanziere all’ italiana dell’ ultimo ventennio chi glie lo fa fare a tirare la cinghia (la SUA cinghia, sicuramente griffata …), a correre ed affannarsi per ottenere finanziamenti, nuove commesse…inoltre chi glie lo fa fare a dannarsi per mettere in regola i sospesi che la sua creatura ha visto crescere sempre più nei confronti degli enti sindacali ed assistenziali, ai quali da tempo Phonemedia paga poco e male, pur sottraendone regolarmente le competenze dalle buste paga degli ignari lavoratori…infine chi glie lo fa fare a sbattersi per reperire i fondi necessari ai TFR dei dipendenti, anche questi ultimi in molti casi detratti dalle buste paga e mai versati, soprattutto quelli dei lavoratori che hanno sottoscritto fondi e fondini come il Telemaco, il fondo specifico per i lavoratori italiani delle telecomunicazioni. Infine ma sì…ma chi glie lo fa fare a rischiare un processo per bancarotta fraudolenta…e così comincia a frequentare i più esperti bancarottieri, i più spietati venditori di fuffa ed i più spregiudicati (spregevoli?) acquirenti di spazzatura finanziaria che questa impazzita finanza italiana abbia mai conosciuto nella sua miserrima storia…forse conosciuto ai tempi dell’ acquisizione di una delle tante scatole vuote di cui era composta Omnia Network, ovvero Omnia Call, società con sede a Motta Sant’ Anastasia, ecco apparire ancora una volta lo spazzino dell’ immondizia finanziaria, quel SEBASTIANO LIORI che abbiamo incontrato nelle vicende legate ai crack Omnia, Agile ecc.ecc……..
Sì…Fabrizio Cazzago decide di mettere nelle mani della banda LIORI la sua agonizzante Phonemedia. E lo fa consapevole di portare alla ghigliottina quel che rimane della sua invenzione, trascinando col suo destino migliaia di “schiavi” ormai sfruttati, stanchi ed inutili alla sua causa. Consapevole perché appare impossibile che egli non sappia chi è Liori. Appare incredibile che non ci sia una regia ben studiata dietro alla cessione di Phonemedia, e di tutte le società ad essa correlate, al Gruppo OMEGA SPA, che da mesi impazza nel mercato finanziario raccogliendo aziende in (presunta) difficoltà ed insulti dai lavoratori assorbiti e ridotti alla fame, che “termina” le capacità operative con operazioni chirurgiche studiate nei minimi dettagli, che immobilizza e tramortisce ciò che compra sotto forma di scritture private come fa il ragno con le sue prede. Appare impossibile che Cazzago non conoscesse la controparte acquistante. Anche perché la realtà dei fatti inchioda il geometra di Barengo alle sue responsabilità ed al suo dolo :
Perché infatti, nell’ incontro del 7 luglio al cospetto del Prefetto di Novara, incontro che sancisce l’ accaparramento di un maxifinanziamento erogato da un pool di banche egli risponde ad esplicite domande su un’ eventuale cessione dell’ azienda che : “Assolutamente no, la vendita dell’ azienda è categoricamente da escludere, al massimo ci si auspica una joint-venture con qualche grosso partner” ?
Questa è una grossissima balla. L’ ennesima e determinante nel completare il quadro della vicenda. Infatti, dai comunicati aziendali di fine luglio, si dichiara che il 3 luglio (quindi 4 giorni prima della riunione in Prefettura) sia la data della cessione di Phonemedia al gruppo Omega, ovvero sia il giorno in cui vengono siglati degli accordi di prevendita talmente meticolosi da considerarsi una vendita effettiva.
Perché Cazzago nega questa verità? Teme spionaggio industriale? Teme che qualche rampante gruppo si inserisca nella trattativa per l’ acquisto del suo maleodorante cassonetto dell’ immondizia colmo di sporcizia e cadaveri? Ma per favore…
Forse vuole ancora arraffare i fondi della regione Calabria (come da inchiesta "why not" ricordate? 12 milioni di euro che avrebbero dovuto coprire lo stipendio dei lavoratori della regione per 3…sì, avete capito bene, 3 anni)…
Oppure teme reazioni da parte delle istituzioni, dell’ opinione pubblica e dei lavoratori tutti per la cessione ad un gruppo, l’ Omega, che già da mesi sta facendo parlare di sé in ogni dove per la deprecabile acquisizione Agile e per il terrificante curriculum che accompagna i suoi sedicenti dirigenti.
“Io sono l’ alfa e l’ omega, ovvero il principio e la fine” diceva qualcuno molto più illuminato di noi. E bisogna riconoscere almeno che i manager che hanno ideato questa tristemente nota “ditta di pulizie” siano animati da grande sarcasmo…OMEGA come l’ ultima lettera dell’ alfabeto greco…
OMEGA come la fine…la fine di tutto.
OMEGA CHE ADESSO DICE DI NON SAPERE DEI DEBITI DI PHONEMEDIA....COME è POSSIBILE... SE IL SIG. CAZZAGO FABRIZIO è TUTT'ORA AZIONISTA DI MINORANZA DELLA OMEGA SPA?!?!?!?
Della gestione Omega c’è poco da dire…basta rileggere quanto scritto per la vicenda Agile. I vertici societari, nella persona di Liori (sempre lui!) si intravedono nella sede novarese i primi di settembre. Immediatamente vengono sospesi i pagamenti degli stipendi, la solita tecnica aguzzina già vista. I primi di settembre, nelle sedi del Nord Italia, succede una cosa che definire grottesca è dir poco…vengono accreditate per sbaglio a qualche lavoratore, nel giro di un paio di giorni, dalla banca di Omega, entrambe le tranches relative alle competenze di agosto. Miracolo ! Gridano i lavoratori…macchè…quei morti di fame RECLAMANO LA RESTITUZIONE DELLA SECONDA TRANCHE, scoppia il panico in azienda, la gente corre in banca a verificare che non sia stata sottratta la seconda parte dello stipendio con la paura (fondata ahinoi!) di non vederlo più…gli sventurati che hanno conti bancari in istituti creditizi dello stesso circuito della banca erogante vedono stornarsi dal conto metà stipendio.
Mentre a Pistoia temiamo che la ns prima tranche di agosto, non arrivata fino alla fine di settembre-inizi ottobre 09, fosse stata erogata x "sbaglio" ad altre sedi....intanto noi protestiamo presso il comune, la provincia e in regione.
Noi, solo qui a Pistoia 560 operatori siamo in preda alla disperazione, lasciati allo sbando totale, pignoramenti, sfratti,esaurimenti nervosi ect ect....
Siamo all’ euforia paradossa. Stesse tecniche, stesso immobilismo industriale. I vertici (sia vecchi che nuovi), latitano. Nessuno presenta un piano industriale decente, le sedi dei call-center sono abbandonate al loro destino. La produttività non interessa più, nessuno fustiga più nessuno per attivare contratti o realizzare contatti utili. Le “code” dei servizi inbound e le rese giornaliere non interessano più. Anzi…azzerando la produttività si riuscirà al più presto dapprima a dimostrare l’ inutilità di molti lavoratori, e quindi licenziarli, ed in seguito si potrà continuare con l’ allegra gestione fino alla scadenza dei termini che solleveranno i vertici dalle responsabilità verso l’ azienda. Nel call-center di Monza, dove girano ricche commesse, lo scandalo è davanti agli occhi di tutti. All’ atto dell’ insediamento della nuova proprietà, uno dei maggiori e più importanti clienti, TIM, che in passato ha fatto grandi affari con la professionalità e competenza offerta dai ragazzi di Phonemedia, richiede all’ azienda la produzione del D.U.R.C. (Documento Unico Regolarità Contributiva), per regolarizzare il contratto in essere. Nessuna risposta. TIM lo richiede ancora. Niente da fare. Il cliente lo richiede, lo richiede ancora, per un mese intero.Il documento non arriva, e TIM si trova costretta a ritirare la commessa.
Nella sede di Pistoia , sede di servizi prettamente INBOUND, TIM businness ed ENEL FANNO LO STESSO , richiedono questo santo benedetto D.u.r.c....
Nelle sedi dei call-center di tutta Italia scoppia la rabbia, la disperazione, la delusione. A Novara si assiste, a distanza
di pochi giorni, a scene di ordinaria follia e disperazione. Dapprima una donna madre di un bimbo che non ha i soldi per sfamarlo e cinque giorni dopo un disgraziato nelle medesime condizioni entrano negli uffici brandendo coltellacci da cucina e puntandoli verso gli atterriti ed incolpevoli colleghi degli uffici amministrativi e reclamando i propri soldi. Arrivano le volanti della Polizia. Ormai siamo alla follia più completa di un’ azienda che non c’è più.
A Pistoia inizia una "guerra fra poveri" minacce e insulti fra lavoratori stessi, per renderci poi finalmente conto che siamo tutti sullo stesso "Titanic", vediamo vicine le istituzioni locali, che ci aiutano fornendoci beni di prima necessita'.
A PISTOIA C'è OCCUPAZIONE DELLA SEDE CON ASSEMBLEA PERMANENTE, E MENTRE IN TUTTE LE ALTRE SEDI è ARRIVATA LA PRIMA TRANCHE DI SETTEMBRE, QUI NO....è una mossa punitiva! Addirittura non si possano piu' avere le busta paga, per poter intentare quantomeno un'azione legale....e mentre Liori passa fra le varie sedi promettendo chissa' quale futuro, A NOI NON RIMANE ALTRO CHE SPERARE CHE QUALCUNO CI COMPRI, CHE CI SALVI.... E CHE IL GOVERNO APRA GLI OCCHI E SI ACCORGA CHE ESISTIAMO ANCHE NOI PHONEMEDIA-OMEGA-AGILE
UNA TRISTE STORIA DISLOCATA NELLE SUDDETTE SEDI "EX PHONEMEDIA":
B2B Integrated Services
Trapani - Via Fardella 16
Soft4Web Srl
Vibo Valentia - Zona Industriale - Località aeroporto
Multivoice Srl: Catanzaro - Viale Magna Grecia snc
Multimedia Planet srl
Bitritto (Ba) - SS 271, Km 2,680
Answers SPA
Pistoia - Via Galileo Galilei 65
Raf spa
Casalecchio di Reno (Bo) - Via de Lavoro 85
Raf spa: Novara - Corso Risorgimento 16
PMC OPERATIONS SRL
Via Livornese Di Sopra, 83/85 - 51013 CHIESINA UZZANESE(PT)
Raf spa
Trino V.se (NO) - Via della Repubblica 11
Raf spa
Gaglianico (Bi) - Via Cavour 68
Omnia Call Servizi Integrati srl
Ivrea - Via XXV aprile
Raf spa
Monza - Via Mentana 17/a
Raf L
Argentina - Buenos Aires , Maipu 374 2° Piso E LORO?????? CHI LI TUTELA????
Vorrei raccontarvi la nostra storia con l'aiuto dei vari articoli ritrovati sui blog, visto che a quanto pare, siamo i nuovi fantasmi, il governo dice che la crisi è ormai superata e guardacaso le reti mediaset non danno risalto come dovrebbero alla nostra GRAVISSIMA situazione.
La società Phonetika nasce a Novara nella lungimirante (?) mente del Dr. Fabrizio Cazzago da Barengo,
che dottore poi non è, in quanto semplice geometra, nel 2002 nella città di Novara.
Circa 300 operatori affollano un call-center multiservizio situato quasi nel centro dell’ importante capoluogo piemontese.
Nel giro di pochi anni, Phonemedia, questo il nome successivamente dato all’ azienda novarese, diventa un giro d’ affari di svariati milioni.Riportiamo dal sito ufficiale :
Il Gruppo Phonemedia è leader in Italia nell’erogazione di servizi di telemarketing e Business Process Outsourcing.
In particolar modo ha sviluppato un “centre of excellence”, basato su un forte expertise e profondo know-how del mercato, grazie al quale può soddisfare qualsiasi esigenza per ogni Cliente.
Phonemedia è stata fondata nel 2002, nel 2004 entra attivamente nel mercato Latino Americano attraverso l’acquisizione di strutture e personale operativo in Argentina.
Dopo una veloce crescita ed espansione, nel 2005, è riconosciuta come leader italiano per quanto riguarda il settore dei contact center, in particolar modo nel settore Outbound.
Nel 2006 l’acquisizione della WCCR s.r.l. determina un ampliamento delle proprie strutture e risorse;
in più permette al Gruppo Phonemedia di poter consolidare la propria leadership in ambito contact center su tutto il territorio italiano.
Sempre nello stesso anno, il Gruppo Phonemedia e B-Services,società di sviluppo hardware e software innovativi su piattaforme proprietarie per progetti di E-procurament, Crm/Cati e Biometrics, integrano i rispettivi servizi dando vita a una fase di crescita congiunta che permette di offrire servizi altamente evoluti e qualificati a molteplici realtà aziendali, sfruttando al meglio tutti i principali canali di comunicazione.
Nel 2007 e 2008 continua l’ascesa del Gruppo Phonemedia nel panorama dell’outsourcing attraverso l’acquisizione di alcune società di settore come: Answers spa, Omniacall spa e Televoice spa, completandone la presenza territoriale di sedi operative e di personale rendendo il Gruppo Phonemedia
leader nei servizi Call Center e di supporto alle più importanti aziende nello sviluppo e nella gestione dell’intero
processo di Costumer Relationship Marketing.
Circa 5200 lavoratori solo sul terrritorio italiano sparsi nelle sedi di : Novara, Trino Vercellese, Biella, Monza, Bologna, Casalecchio di Reno, Pistoia, Bitritto, Bari, Catanzaro, Vibo Valentia e Trapani,
senza contare quelle in Argentina ed Albania e Romania.
INIZIA COSI' LA PROPAGANDA AZIENDALE NELLE VARIE SEDI SULLA "BELLEZZA" DI QUEST'AZIENDA DI QUANTO SIAMO FORTUNATI; IN PARTICOLARE A PISTOIA (PARLO PER ESPERIENZA PERSONALE) SI PRESENTA VERSO INIZI 2008 TALE SIG FABRIZIO CAZZAGO ACCOMPAGNATO DALL'INSEPARABILE SIG.RA BONIPERTI PER MOSTRARCI POI UN VIDEO SULLE "FRECCE TRICOLORE"; TALE SIG. CAZZAGO CI PARLA DI QUANTO SIANO PERFETTI IN VOLO, ED è QUELLO CHE IN BUONA SOSTANZA PRETENDEREBBE DA NOI COME SQUADRA: DARE RISULTATI PRECISI E OTTIMALI. PECCATO MANCHINO TOTALMENTE GLI STRUMENTI.....
La clientela Phonemedia abbraccia tutto il panorama industriale italiano, dal settore informatico e tlc a quello alimentare, dall’ energetico al bene di consumo. Telecom Italia, Enel, TIM, Wind, H3G, Vodafone, Avon, pagine bianche senza tralasciare le grosse commesse per gli enti pubblici per la fornitura di servizi inbound di prenotazione e/o consulto per la Regione Piemonte ed alcune A.S.L. piemontesi.
Già chi di finanza capisce poco si chiedeva come mai, a metà del 2008, in piena e profondissima crisi finanziaria
in tutto il mondo, il gruppo non solo non attuasse politiche conservative ma addirittura continuasse nell’ accaparramento di aziende affini e nella trasformazione dei contratti in essere di tipo collaborativo o precario in genere a contratti a tempo indeterminato (accaparramento selvaggio di fondi regionali POR ed europei e di incentivi all’ assunzione).
Ci si chiedeva come avrebbe potuto far fronte l’ azienda alla crisi mondiale incrementando, paradossalmente e spropositatamente, il libro-paga.
Ed infatti, ecco che le fondamenta cominciano a scricchiolare.
Nonostante il trattamento da nuovi schiavi del 2000 sopportato dai “produttivissimi”
lavoratori attuato dai vertici societari attraverso vessazioni, ricatti, mobbing e veri e propri lavaggi del cervello, la società entra in crisi. Senza però, si badi bene, dichiarare mai apertamente lo stato di crisi.
Senza mai proporre ai propri collaboratori “contratti di solidarietà” e strumenti analoghi volti alla salvaguardia della sopravvivenza stessa dell’ azienda.
La solfa è sempre la stessa…i clienti pagano con ritardo,
quando pagano…le commesse sono basse e sempre insufficienti…vengono spesso scaricate le responsabilità sui lavoratori improduttivi (ovviamente inquadrati a livelli scarsi rispetto alle mansioni effettive secondo il ccnl telecomunicazioni che gia' di per se è uno dei peggior contratti lavorativi aggiungo io)e sul personale preposto alla loro schiavizzazione, poco convincente nei metodi, a detta dei vertici che non ne facevano mistero alcuno nelle riunioni-farsa di tutto il 2009,
poco persuasivo e scarsamente trascinante nei confronti dei propri sottoposti nel coinvolgimento degli operatori e la responsabilizzazione verso il raggiungimento di un unico obiettivo : la produttività.
Belle chiacchiere, belle parole, nobili intenti. Solo sulla carta, come vedremo.
In conclusione, l’ azienda inizia nel dicembre 2008 a pagare gli stipendi in due tranches separate, dovrebbe essere stato una il 10 e l’ altra il 20 di ogni mese; in realta' queste 2 scadenze non vengono rispettate, Le tredicesime del 2008 arrivano circa con un mese di ritardo e manca totalmente la comunicazione fra azienda/sindacati e lavoratori.
Insomma, la solita tiritera vista e rivista con Omnia e gli altri scandali citati. Nel corso dei mesi durante tutto il 2009 la situazione non migliora. Seguono le riunioni farsa dei vertici aziendali con le consuete reprimende verso i tutor, i supervisori, i call-center manager rei di scarsa collaborazione e scarso spirito di persuasione verso gli operatori (potevano a questo punto dotarli di catene e fruste per completare la schiavizzazione !) e le famose tranches di stipendio arrivano non più il 10 ed il 20, ma in date casuali, con ritardi a volte preoccupanti anche di 10 giorni. La preoccupazione aumenta ma la dirigenza ostenta sicurezza e proclama piani di rinascita. Controcorrente e, forse ora, alla luce dei fatti.
RIPORTA IL SIG CAZZAGO: “Phonemedia è un’ azienda solida, con molto lavoro, eccellenti commesse. Però i clienti non pagano…le banche non ci fanno più credito sulle fatture creditizie…non c’è liquidità ed è totalmente inutile scioperare o protestare…in questo momento chiedo la massima collaborazione a tutti i dipendenti, sia dal punto di vista produttivo, sul quale non dobbiamo assolutamente abbassare la guardia e, anzi, migliorare le rese, sia dal punto di vista della comprensione nei confronti di una dirigenza che stà facendo di tutto, e farà di tutto, affinchè la società e tutti i suoi dipendenti possano uscire quanto prima da questo periodo di depressione”
E POI? UN GIOCO DI SCATOLE CINESI, SCOPRIAMO CHE ANSWERS SPA FA CAPO PMC SRL (CAPITALE SOCIALE 20.000 EURO DI CUI VERSATI 10.000)CHE FA CAPO A TPMC EUROPE SA IN LUSSEMBURGO......
E’ l’ ennesima buffonata…il Padrone ha già deciso la sorte della sua azienda che, sull’ orlo del baratro, porterebbe grossi guai finanziari al suo inventore, che millanta crediti per 25 milioni di commesse non ancora incassate. E probabilmente ci sarebbe anche da credergli riguardo ai crediti. Non altrettanto sugli intenti di rilancio industriale e sulle dichiarazioni di amore verso la sua creatura e le oltre cinquemila persone che, col loro lavoro, gli hanno permesso l’ acquisto del villone svizzero e le svariate auto di lusso di proprietà con le quali è solito farsi vedere in Novara. Infatti, da perfetto finanziere all’ italiana dell’ ultimo ventennio chi glie lo fa fare a tirare la cinghia (la SUA cinghia, sicuramente griffata …), a correre ed affannarsi per ottenere finanziamenti, nuove commesse…inoltre chi glie lo fa fare a dannarsi per mettere in regola i sospesi che la sua creatura ha visto crescere sempre più nei confronti degli enti sindacali ed assistenziali, ai quali da tempo Phonemedia paga poco e male, pur sottraendone regolarmente le competenze dalle buste paga degli ignari lavoratori…infine chi glie lo fa fare a sbattersi per reperire i fondi necessari ai TFR dei dipendenti, anche questi ultimi in molti casi detratti dalle buste paga e mai versati, soprattutto quelli dei lavoratori che hanno sottoscritto fondi e fondini come il Telemaco, il fondo specifico per i lavoratori italiani delle telecomunicazioni. Infine ma sì…ma chi glie lo fa fare a rischiare un processo per bancarotta fraudolenta…e così comincia a frequentare i più esperti bancarottieri, i più spietati venditori di fuffa ed i più spregiudicati (spregevoli?) acquirenti di spazzatura finanziaria che questa impazzita finanza italiana abbia mai conosciuto nella sua miserrima storia…forse conosciuto ai tempi dell’ acquisizione di una delle tante scatole vuote di cui era composta Omnia Network, ovvero Omnia Call, società con sede a Motta Sant’ Anastasia, ecco apparire ancora una volta lo spazzino dell’ immondizia finanziaria, quel SEBASTIANO LIORI che abbiamo incontrato nelle vicende legate ai crack Omnia, Agile ecc.ecc……..
Sì…Fabrizio Cazzago decide di mettere nelle mani della banda LIORI la sua agonizzante Phonemedia. E lo fa consapevole di portare alla ghigliottina quel che rimane della sua invenzione, trascinando col suo destino migliaia di “schiavi” ormai sfruttati, stanchi ed inutili alla sua causa. Consapevole perché appare impossibile che egli non sappia chi è Liori. Appare incredibile che non ci sia una regia ben studiata dietro alla cessione di Phonemedia, e di tutte le società ad essa correlate, al Gruppo OMEGA SPA, che da mesi impazza nel mercato finanziario raccogliendo aziende in (presunta) difficoltà ed insulti dai lavoratori assorbiti e ridotti alla fame, che “termina” le capacità operative con operazioni chirurgiche studiate nei minimi dettagli, che immobilizza e tramortisce ciò che compra sotto forma di scritture private come fa il ragno con le sue prede. Appare impossibile che Cazzago non conoscesse la controparte acquistante. Anche perché la realtà dei fatti inchioda il geometra di Barengo alle sue responsabilità ed al suo dolo :
Perché infatti, nell’ incontro del 7 luglio al cospetto del Prefetto di Novara, incontro che sancisce l’ accaparramento di un maxifinanziamento erogato da un pool di banche egli risponde ad esplicite domande su un’ eventuale cessione dell’ azienda che : “Assolutamente no, la vendita dell’ azienda è categoricamente da escludere, al massimo ci si auspica una joint-venture con qualche grosso partner” ?
Questa è una grossissima balla. L’ ennesima e determinante nel completare il quadro della vicenda. Infatti, dai comunicati aziendali di fine luglio, si dichiara che il 3 luglio (quindi 4 giorni prima della riunione in Prefettura) sia la data della cessione di Phonemedia al gruppo Omega, ovvero sia il giorno in cui vengono siglati degli accordi di prevendita talmente meticolosi da considerarsi una vendita effettiva.
Perché Cazzago nega questa verità? Teme spionaggio industriale? Teme che qualche rampante gruppo si inserisca nella trattativa per l’ acquisto del suo maleodorante cassonetto dell’ immondizia colmo di sporcizia e cadaveri? Ma per favore…
Forse vuole ancora arraffare i fondi della regione Calabria (come da inchiesta "why not" ricordate? 12 milioni di euro che avrebbero dovuto coprire lo stipendio dei lavoratori della regione per 3…sì, avete capito bene, 3 anni)…
Oppure teme reazioni da parte delle istituzioni, dell’ opinione pubblica e dei lavoratori tutti per la cessione ad un gruppo, l’ Omega, che già da mesi sta facendo parlare di sé in ogni dove per la deprecabile acquisizione Agile e per il terrificante curriculum che accompagna i suoi sedicenti dirigenti.
“Io sono l’ alfa e l’ omega, ovvero il principio e la fine” diceva qualcuno molto più illuminato di noi. E bisogna riconoscere almeno che i manager che hanno ideato questa tristemente nota “ditta di pulizie” siano animati da grande sarcasmo…OMEGA come l’ ultima lettera dell’ alfabeto greco…
OMEGA come la fine…la fine di tutto.
OMEGA CHE ADESSO DICE DI NON SAPERE DEI DEBITI DI PHONEMEDIA....COME è POSSIBILE... SE IL SIG. CAZZAGO FABRIZIO è TUTT'ORA AZIONISTA DI MINORANZA DELLA OMEGA SPA?!?!?!?
Della gestione Omega c’è poco da dire…basta rileggere quanto scritto per la vicenda Agile. I vertici societari, nella persona di Liori (sempre lui!) si intravedono nella sede novarese i primi di settembre. Immediatamente vengono sospesi i pagamenti degli stipendi, la solita tecnica aguzzina già vista. I primi di settembre, nelle sedi del Nord Italia, succede una cosa che definire grottesca è dir poco…vengono accreditate per sbaglio a qualche lavoratore, nel giro di un paio di giorni, dalla banca di Omega, entrambe le tranches relative alle competenze di agosto. Miracolo ! Gridano i lavoratori…macchè…quei morti di fame RECLAMANO LA RESTITUZIONE DELLA SECONDA TRANCHE, scoppia il panico in azienda, la gente corre in banca a verificare che non sia stata sottratta la seconda parte dello stipendio con la paura (fondata ahinoi!) di non vederlo più…gli sventurati che hanno conti bancari in istituti creditizi dello stesso circuito della banca erogante vedono stornarsi dal conto metà stipendio.
Mentre a Pistoia temiamo che la ns prima tranche di agosto, non arrivata fino alla fine di settembre-inizi ottobre 09, fosse stata erogata x "sbaglio" ad altre sedi....intanto noi protestiamo presso il comune, la provincia e in regione.
Noi, solo qui a Pistoia 560 operatori siamo in preda alla disperazione, lasciati allo sbando totale, pignoramenti, sfratti,esaurimenti nervosi ect ect....
Siamo all’ euforia paradossa. Stesse tecniche, stesso immobilismo industriale. I vertici (sia vecchi che nuovi), latitano. Nessuno presenta un piano industriale decente, le sedi dei call-center sono abbandonate al loro destino. La produttività non interessa più, nessuno fustiga più nessuno per attivare contratti o realizzare contatti utili. Le “code” dei servizi inbound e le rese giornaliere non interessano più. Anzi…azzerando la produttività si riuscirà al più presto dapprima a dimostrare l’ inutilità di molti lavoratori, e quindi licenziarli, ed in seguito si potrà continuare con l’ allegra gestione fino alla scadenza dei termini che solleveranno i vertici dalle responsabilità verso l’ azienda. Nel call-center di Monza, dove girano ricche commesse, lo scandalo è davanti agli occhi di tutti. All’ atto dell’ insediamento della nuova proprietà, uno dei maggiori e più importanti clienti, TIM, che in passato ha fatto grandi affari con la professionalità e competenza offerta dai ragazzi di Phonemedia, richiede all’ azienda la produzione del D.U.R.C. (Documento Unico Regolarità Contributiva), per regolarizzare il contratto in essere. Nessuna risposta. TIM lo richiede ancora. Niente da fare. Il cliente lo richiede, lo richiede ancora, per un mese intero.Il documento non arriva, e TIM si trova costretta a ritirare la commessa.
Nella sede di Pistoia , sede di servizi prettamente INBOUND, TIM businness ed ENEL FANNO LO STESSO , richiedono questo santo benedetto D.u.r.c....
Nelle sedi dei call-center di tutta Italia scoppia la rabbia, la disperazione, la delusione. A Novara si assiste, a distanza
di pochi giorni, a scene di ordinaria follia e disperazione. Dapprima una donna madre di un bimbo che non ha i soldi per sfamarlo e cinque giorni dopo un disgraziato nelle medesime condizioni entrano negli uffici brandendo coltellacci da cucina e puntandoli verso gli atterriti ed incolpevoli colleghi degli uffici amministrativi e reclamando i propri soldi. Arrivano le volanti della Polizia. Ormai siamo alla follia più completa di un’ azienda che non c’è più.
A Pistoia inizia una "guerra fra poveri" minacce e insulti fra lavoratori stessi, per renderci poi finalmente conto che siamo tutti sullo stesso "Titanic", vediamo vicine le istituzioni locali, che ci aiutano fornendoci beni di prima necessita'.
A PISTOIA C'è OCCUPAZIONE DELLA SEDE CON ASSEMBLEA PERMANENTE, E MENTRE IN TUTTE LE ALTRE SEDI è ARRIVATA LA PRIMA TRANCHE DI SETTEMBRE, QUI NO....è una mossa punitiva! Addirittura non si possano piu' avere le busta paga, per poter intentare quantomeno un'azione legale....e mentre Liori passa fra le varie sedi promettendo chissa' quale futuro, A NOI NON RIMANE ALTRO CHE SPERARE CHE QUALCUNO CI COMPRI, CHE CI SALVI.... E CHE IL GOVERNO APRA GLI OCCHI E SI ACCORGA CHE ESISTIAMO ANCHE NOI PHONEMEDIA-OMEGA-AGILE
UNA TRISTE STORIA DISLOCATA NELLE SUDDETTE SEDI "EX PHONEMEDIA":
B2B Integrated Services
Trapani - Via Fardella 16
Soft4Web Srl
Vibo Valentia - Zona Industriale - Località aeroporto
Multivoice Srl: Catanzaro - Viale Magna Grecia snc
Multimedia Planet srl
Bitritto (Ba) - SS 271, Km 2,680
Answers SPA
Pistoia - Via Galileo Galilei 65
Raf spa
Casalecchio di Reno (Bo) - Via de Lavoro 85
Raf spa: Novara - Corso Risorgimento 16
PMC OPERATIONS SRL
Via Livornese Di Sopra, 83/85 - 51013 CHIESINA UZZANESE(PT)
Raf spa
Trino V.se (NO) - Via della Repubblica 11
Raf spa
Gaglianico (Bi) - Via Cavour 68
Omnia Call Servizi Integrati srl
Ivrea - Via XXV aprile
Raf spa
Monza - Via Mentana 17/a
Raf L
Argentina - Buenos Aires , Maipu 374 2° Piso E LORO?????? CHI LI TUTELA????
domenica 27 dicembre 2009
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