TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 245 di Giovedì 12 novembre 2009
INTERPELLANZE URGENTI
A)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, per sapere - premesso che:
i dati pubblicati recentemente dall'Ocse dipingono un'immagine apparentemente molto positiva dello stato dell'economia italiana a questo punto della crisi. Ma l'indicatore mostra i punti di svolta del ciclo stimati con riferimento all'output gap, cioè alla deviazione del livello dell'attività economica dal livello consistente con il pieno impiego. Dunque, può migliorare semplicemente perché è peggiorata la stima degli effetti della crisi sulla crescita di medio periodo. E per l'Italia la caduta del tasso di crescita potenziale nel 2010 è più ampia rispetto ad altri Paesi;
la crisi economica che ha colpito il Paese pesa ora soprattutto sul mondo del lavoro: nel nostro Paese il tasso di disoccupazione da gennaio a settembre 2009 è salito dal 6,8 per cento al 7,4 per cento, ed esso continuerà a salire nei prossimi mesi perché la reazione del mercato del lavoro si muove con ritardo rispetto al ciclo economico;
dall'inizio dell'anno ad ottobre sono state richieste 716 milioni di ore di cassa integrazione, più che quadruplicate rispetto al 2008. Ad ottobre il dato di crescita della cassa integrazione rispetto all'anno precedente è del 322 per cento e del 419 per cento per la sola ordinaria. Le domande di disoccupazione supereranno nell'anno in corso - secondo le previsioni dei sindacati - il numero di un milione per la prima volta in Italia;
innumerevoli sono le aziende in crisi, innumerevoli i licenziamenti che da mesi e mesi attanagliano migliaia di lavoratori in una situazione precaria e disperata; migliaia di famiglie che si ritrovano in brevissimo tempo senza lavoro, senza ammortizzatori sociali e, soprattutto, senza un motivo valido al quale attribuire il nuovo stato di disoccupazione;
tra tante aziende in fallimento e in chiusura due sono all'ordine del giorno delle cronache di questi giorni: la multinazionale Mahle e la società Eutelia;
la multinazionale tedesca Mahle è presente in Italia con cinque stabilimenti: la Mahle Componenti Motori Italia, di La Loggia, che produce pistoni ed impiega 350 lavoratori; la fonderia di Saluzzo, che ne vede impiegati 250: la Glacier Vanderwell Italy, sita a Gardolo (Trento) e specializzata nella produzione di cuscinetti, che impiega 317 persone; la Mahle Filtrazione Industriale (ex Amalfiter), alle cui dipendenze lavorano 30 dipendenti dediti alla produzione di elementi filtranti, e la Mahle di Volvera (Torino), specializzata in valvole;
l'impegno della multinazionale Mahle a Volvera è iniziato nel 1998, dopo l'acquisto di una quota di capitale della Cica con lo scopo di farne uno stabilimento di punta del gruppo. Negli anni successivi lo stabilimento di Volvera è arrivato a produrre sino a sei milioni di valvole; il declino dello stabilimento ha avuto inizio nel 2004, con la decisione di trasferire la produzione in una nuova fabbrica, ubicata in Polonia; tale scelta, però, è stata accompagnata dalla promessa di sostituire tale attività con una più remunerativa;
le promesse, però, non sono state mai mantenute perché dal 2004 in poi le competenze dello stabilimento di Volvera sono andate sempre più dequalificandosi; si è provveduto poi a fondere la Mahle Valvole con l'unità commerciale della Mahle Valve Train Italia, che comprava altri tipi di prodotto degli stabilimenti Mahle nel mondo per rivenderli a Fiat;
nel 2006 è uscito definitivamente dall'azienda anche il vecchio proprietario ed il gruppo dirigente della Mahle Italia ne ha approfittato per svuotare lo stabilimento di Volvera della funzione chiave del commerciale, che veniva trasferito dall'Italia alla Germania. A tale decisione ha fatto riscontro l'indisponibilità dei vecchi clienti di comprare i prodotti della Mahle Valve Train Italia, stante il nuovo costoso packaging e il ricarico di prezzo aggiuntivo imposto dalla Germania;
nel 2008 la produzione di valvole di primo impianto si è ridotta al 30 per cento del totale delle vendite, mentre la restante parte è stata sostituita da ordini della Mahle Aftermarket GmbH, la criticità della situazione si è acuita con l'avvio della crisi internazionale, che ha spinto il gruppo a intraprendere una politica di riduzione dei costi, la quale prevedeva in un primo momento la diminuzione dei magazzini e della capacità produttiva, ed infine dei posti di lavoro; il sindacato e la direzione avevano intrapreso, a questo scopo, una lunga trattativa che aveva portato alla definizione di un piano industriale basato sul dimezzamento dei volumi di vendita; il piano prevedeva la messa in mobilità di quei lavoratori che, con la cassa integrazione, avrebbero raggiunto la pensione, e la disponibilità, per gli altri, ad effettuare dei distacchi presso lo stabilimento di La Loggia (in caso di loro necessità); era inoltre prevista la stipula di un contratto di solidarietà, con orario di lavoro per tutti i lavoratori rimasti; al momento della firma dell'accordo si è invece creata una rottura tra le parti a causa dell'annuncio del presidente Mahle Italia di presentare la procedura di cessazione dell'attività;
la Mahle di Volvera quindi chiuderà, licenziando 94 dipendenti. È la seconda multinazionale che la crisi spinge ad abbandonare Torino. Nel mese di giugno 2009 era toccato alla Dormer di Givoletto, azienda dell'indotto automotive di proprietà della svedese Sandvik, un altro centinaio di posti di lavoro persi. Trattative sono in corso con i sindacati per la Cma Canavera di Rocca Canavese, multinazionale Usa con 102 dipendenti in provincia di Torino, che ha annunciato la chiusura;
altra azienda fortemente in crisi (perlomeno apparentemente), è la società Eutelia-Agile spa che, nel corso degli anni, si è resa protagonista, tra l'altro, di vicende legate al fenomeno che potremmo definire «imprenditoria truffaldina»: cessioni lampo di intere aziende, trasformazioni da spa ad srl, manovre economico-finanziarie di assai dubbia natura;
a seguito della cessione della società Eutelia spa alla Agile srl, circa 2000 dipendenti sono costretti a vivere in condizioni lavorative insostenibili: stipendi non pagati, piano aziendale inesistente e mancanza di confronto con i lavoratori sono solo alcuni degli ingredienti oramai tristemente noti di realtà aziendali deviate purtroppo sempre più diffuse nel nostro Paese;
la storia dell'azienda è assai complessa: nel 1998 Eutelia nasce come Plug IT, un internet service provider locale; nel 2003-2004 Plug IT acquisisce Edisontel e dalla fusione delle due aziende nasce ufficialmente Eutelia spa; nel 2005 Eutelia acquisisce l'80 per cento di Nts-Freedomland, società quotata al nuovo mercato ed operante nel settore dei media e di internet ed il 71,5 per cento della piemontese Noicom, operatore di telecomunicazioni del nord-ovest; nel 2006 Eutelia entra nel mercato dell'information technology acquisendo le consociate italiane di Getronix (già Olivetti) e Bull. Aziende IT con un notevole bagaglio di competenze e professionalità, nonché circa 260 milioni di euro di commesse: questi ultimi acquisti sono avvenuti a quel che pare agli interroganti con l'esclusiva logica dell'insourcing e del taglio dei costi; nel 2007 Eutelia acquista C3 e Alpha Telecom del gruppo Tele2 e diventa rispettivamente leader italiano nei servizi e nelle soluzioni ITC e nella distribuzione di servizi telefonici prepagati in ben 11 paesi europei; nel mese di gennaio 2008, Eutelia, entra in Mobyland, nuovo operatore mobile polacco; nel mese di aprile dello stesso anno Eutelia richiede la cassa integrazione per 772 unità, dopo la contrattazione sindacale ottiene «contratti di solidarietà» per 2.200 lavoratori con possibilità di riduzione del 37 per cento delle ore lavorative a partire dal 1o luglio dello stesso anno; il 21 maggio 2008, un'ispezione della guardia di finanza finalizzata a verificare presunte irregolarità per decine di milioni di euro, ha portato il pubblico ministero ad emettere 10 avvisi di garanzia alcuni dei quali per associazione a delinquere, frode fiscale e falso in bilancio; nel settembre 2008 Eutelia sottoscrive un contratto di affitto con due liquidatori di Eda - Enterprise digital architets -, società di software che gestisce la rete speciale del Ministero dell'interno e viene usata dalla polizia di Stato e dall'Arma dei Carabinieri, con un portafoglio ordini da 220 milioni di euro. Due mesi dopo Eda viene dichiarata fallita dal tribunale ed il curatore fallimentare revoca il contratto di affitto perché presenta un canone troppo basso e dopo una gara l'affitto passa alla società Vitrociset, della famiglia Crociani, che paga 1,2 milioni di euro cioè sei volte quello che avrebbe dovuto pagare Eutelia;
in data 7 gennaio 2009, la società Eutelia spa, a seguito dell'incontro con le organizzazioni sindacali delle categorie metalmeccanici privati e telecomunicazioni presso il ministero dello sviluppo economico, dichiara esuberi strutturali per circa 2300 addetti nell'intera azienda, individuandoli come «perimetro Information Technology», cosiddetto «perimetro IT»;
nel maggio 2009 Eutelia avvia, senza confrontarsi al tavolo del ministero dello sviluppo economico, una procedura di trasferimento di ramo d'azienda IT per 1986 dipendenti ad una sua controllata lucana: Agile srl, azienda con 100 dipendenti e con un capitale sociale di 96.000 euro;
in data 3 giugno 2009 viene nominato legale rappresentante nonché presidente del consiglio di amministrazione di Eutelia spa il dottor Pizzichi Leonardo, già presidente del collegio sindacale dell'istituto di credito Monte dei paschi di Siena;
il 15 giugno 2009 Eutelia, pur convocata al tavolo di crisi del ministero dello sviluppo economico, insieme alle regioni interessate e le organizzazioni sindacali, non si presenta invocando ragioni di procedura in quanto società quotata in borsa valori ma nel contempo procede alla cessione di ramo d'azienda per 2160 dipendenti e contemporaneamente cede le sue quote a Omega; nella stessa data del 15 giungo 2009, infatti, risulta che con scrittura privata autenticata Eutelia trasferiva il ramo d'azienda It - comprensivo di circa 2160 dipendenti - ramo derivante dalle acquisizioni e successive fusioni in Eutelia spa di Getronics spa, Bull Italia spa e P.c. Station spa nell'anno 2006/2007; lo stato patrimoniale allegato all'atto di cessione evidenzia, tra le altre voci contabili, il passaggio ad Agile srl sia dell'intero ammontare del fondo di trattamento di fine rapporto relativo ai dipendenti trasferiti, sia dei debiti tributari di titolarità del cedente;
in data 15 giugno 2009 la società Agile srl, di proprietà al 100 per cento di Eutelia spa trasferiva la proprietà delle quote componenti il capitale sociale di euro 96.000,00 alla società Omega spa con sede legale in Roma viale Liegi, 44;
in data 15 giugno 2009 viene nominato amministratore unico il dottor Claudio Marcello Massa, già procuratore e legale rappresentante della società Omega spa;
il 9 luglio 2009, l'amministratore delegato di Agile e di Omega presenta, a parole, un progetto di «rete d'impresa» unitamente a Omnia Network; intanto Agile non riesce a rispondere a nuovi bandi di gara perché a quel che consta agli interpellanti non in possesso del documento unico di regolarità contributiva (Durc);
il 30 luglio 2009, da un comunicato sindacale si apprende che Omega assorbe un consorzio di 16 aziende e le società Phonemedia e Videonline 2, costituendo un gruppo di 8.206 dipendenti, di cui 6.239 a tempo pieno e che è controllata dalla Libeccio Srl, controllata a sua volta da due fondi mobiliari inglesi: Anglo corporate Management Ltd e Rest Form Ltd intanto Omnia network viene messa in liquidazione e si tira fuori dal progetto di «rete d'imprese»;
il 5 agosto 2009 Sebastiano Liori si dimette dalla carica di consigliere di amministrazione e vice presidente di Omnia network;
il 31 agosto Omnia network cede le partecipazioni delle controllate Omnia service center, Omnia group service e Vox2Web ai suoi dirigenti attraverso Alba Rental srl;
consta altresì agli interpellanti che in data 3 settembre 2009 l'amministratore unico di Agile s.r.l. dottor Claudio Marcello Massa, attraverso la e-mail aziendale - OS 01/2009 comunica a tutti i dipendenti che con i tempi tecnici di legge si stanno perfezionando le fusioni deliberate il 31 luglio 2009 che porteranno quale holding del gruppo il soggetto giuridico derivante dalle fusioni di Libeccio, Theia, Omega ed Agile. Parallelamente alle operazioni societarie, si procede ad una ristrutturazione generale organizzativa, in capo alla holding, che avrà impatto a cascata su tutte le società;
in data 22 ottobre 2009, la direzione di Agile srl ha comunicato, ai sensi degli articoli 4 e 24 della legge n. 223 del 1991, alle organizzazioni sindacali dei lavoratori che «stante il carattere strutturale delle eccedenze di personale non essendo allo stato prevedibile un incremento delle commesse e non essendo ipotizzabili soluzioni alternative al licenziamento quali la cassa integrazione guadagni ed i contratti di solidarietà» procede alla riduzione del personale di ben 1.192 unità su 1.880 -:
se il Ministro interpellato sia a conoscenza dei fatti suddetti;
quali iniziative intenda assumere il Governo, nell'ambito della sua attività di tutela del sistema produttivo e industriale italiano e della professionalità dei lavoratori, per salvaguardare lo stabilimento Mahle di Volvera, il quale, oltre a non essere mai stato costretto a ricorrere alla cassa integrazione per i suoi dipendenti, è l'unico in grado di produrre con alto valore aggiunto;
quali iniziative intenda assumere per far rientrare la decisione unilaterale assunta dalla direzione di Agile srl di licenziare 1.192 lavoratori;
quali iniziative di competenza intenda intraprendere il Governo onde evitare che Eutelia, Agile, Omega e Phonemedia - aziende tutte interconnesse - possano trasferire all'estero i fondi relativi al tfr e quali tutele intendano attivare nei confronti dei 1.192 lavoratori che rischiano di rimanere senza lavoro e senza soldi.
(2-00533)
«Di Pietro, Donadi, Borghesi, Cambursano, Monai, Cimadoro».
(10 novembre 2009)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri e i Ministri dello sviluppo economico e del lavoro, della salute e delle politiche sociali, per sapere - premesso che:
a partire dal 2003 la famiglia Landi di Arezzo, da cui nasce Eutelia spa., sostenuta da diversi istituti bancari acquisisce diverse società nel campo delle Telecomunicazioni e dell'information technology, passando da circa 50 dipendenti a 2700;
la caratteristica comune di queste acquisizioni è che sono società in gravissima crisi finanziaria e con esuberi occupazionali;
tutte le cessioni avvengono a fronte di accordi sul saldo dei debiti da parte di chi vende e/o grandi valori immobiliari e di liquidità ceduti come garanzia futura;
ad esempio le acquisizioni delle attività di information technology da parte di Bull e Getronics (multinazionali che hanno lasciato il nostro Paese), a fronte di una spesa simbolica di 1 euro, hanno portato nelle casse dell'acquirente oltre 100 milioni di euro tra liquidità e proprietà immobiliari;
secondo le organizzazioni sindacali, nel corso del tempo il comportamento ricorrente della proprietà sarebbe stato quello di agire pesantemente nei confronti dei lavoratori annullando qualsiasi relazione sindacale, mettendo in discussione tutti gli accordi precedenti e, soprattutto, adottando misure durissime sul personale. Nel corso degli ultimi due anni, numerosi sarebbero stati i licenziamenti individuali, le dimissioni, i trasferimenti. Secondo le organizzazioni sindacali sarebbero state emesse diverse sentenze ai sensi dell'articolo 28 legge 20 maggio 1970, n. 300 (denunce per comportamento antisindacale) e recuperati decine di licenziamenti e trasferimenti forzati;
a quanto consta agli interpellanti, negli ultimi due anni la proprietà avrebbe azzerato tutta la liquidità attraverso fatture e spese elevate in gran parte verso società controllate dalla famiglia Landi. La sede di maggior pregio (valore 14 milioni di euro, acquisita con Bull) sarebbe stata trasferita nella cassaforte di famiglia (Finanziaria italiana);
nel corso del 2009, nonostante la stipula dell'accordo di solidarietà che ha portato risparmi per 40 milioni di euro all'azienda al fine di evitare i licenziamenti, Eutelia ha deciso di cedere tutto il ramo information technology ad Agile (che a sua volta è stata acquisita dal gruppo Omega Massa, Liori);
l'operazione è, ad avviso degli interpellanti, la conclusione di un percorso inteso a scaricare la situazione debitoria e i costi in un perimetro societario estraneo alla famiglia Landi. Complessivamente, sarebbero circa 100 milioni di euro i debiti pendenti tra tfr, fisco, Inps e fornitori;
l'operazione di acquisizione non sembrerebbe mostrare nessuna caratteristica industriale. Dal giorno dell'acquisizione i lavoratori non hanno avuto più regolarità nel pagamento degli stipendi e dei rimborsi (oggi sono in arretrato di 3 mesi) e tutti i clienti sono stati persi per mancanza di investimenti, certificazioni dei lavoratori e pagamento dei contributi, ai sensi del documento unico di regolarità contributiva;
l'attuale proprietà di Omega sarebbe riuscita nel contempo ad acquisire altre società fino ad arrivare a oltre 10.000 dipendenti, tutti senza stipendi e con difficoltà finanziarie evidenti. L'ultimo acquisto è stato la società Phonemedia (call center di 6.000 lavoratori circa, senza stipendio da diversi mesi);
sono stati avviati, nel mese di ottobre 2009, oltre 1.200 licenziamenti da Agile. Mentre non si comprende il futuro lavorativo dei 10.000 dipendenti del gruppo. Attualmente vi è una forte mobilitazione dei lavoratori che ha portato alla quasi totale occupazione delle sedi Agile;
nel corso dell'anno 2009 sono stati diversi gli atti di sindacato ispettivo, presentati da deputati del Partito democratico, alcuni dei quali senza risposta (in particolare, n. 4-02833 primo firmatario Nannicini); ad altri la risposta del Governo è stata quella di aver istituito un tavolo di crisi presso il Ministero dello sviluppo economico, il cui esito è stato il solo deterioramento della situazione generale;
la notte del 10 novembre 2009 c'è stata, nei locali occupati dello stabilimento romano di Eutelia, un'irruzione di un gruppo di guardie private guidate dall'ex amministratore delegato dell'azienda Samuele Landi -:
se il Governo sia informato analiticamente della vicenda degli assetti proprietari e industriali di Eutelia/Agile, secondo quanto delineato in premessa;
se non si intenda intervenire con urgenza per preservare le attuali numerose e significative commesse pubbliche che Eutelia/Agile e Phonemedia ancora detengono;
se non si intenda agire attraverso una nuova convocazione delle parti presso la presidenza del Consiglio dei ministri, bloccando nel frattempo le procedure di mobilità, affinché si prospetti una diversa strategia industriale per Eutelia/Agile capace di salvaguardare gli assetti occupazionali e un importante gruppo in un settore strategico come quello dell'information technology.
(2-00534)
«Soro, Sereni, Damiano, Rugghia, Madia, Gatti, Bellanova, Santagata, Codurelli, Berretta, Lulli, Brandolini, Ginefra, Andrea Orlando, Miglioli, Rampi, Gnecchi, Schirru, Mosca, Boccuzzi, Mattesini, Bobba, Vico, Peluffo, Esposito, Rossomando, Colombo, Morassut, Velo, Amici, Vaccaro, Coscia, Giachetti, Bachelet, Nannicini, Ceccuzzi».
(10 novembre 2009)
B)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere - premesso che:
in data 13 maggio 2009 il primo firmatario del presente atto presentava un'interrogazione al ministro interpellato su «problematiche inerenti alla convenzione stipulata dall'Enac con la Sogeaal spa relativa all'ampliamento della aerostazione, della centrale tecnologica, della viabilità e del parcheggio auto dell'aeroporto di Alghero-Fertilia» (n. 3-00520);
in tale interrogazione, relativamente al lungo contenzioso apertosi sulla vicenda, si metteva in rilievo come nel 2008 una commissione interna dell'Enac ad hoc istituita dall'ente avesse concluso i suoi lavori riconoscendo l'esistenza di una concessione dell'Enac in favore di Sogeaal sin dal 1995 e avesse altresì invitato l'ente a provvedere alla disposizione di uno specifico atto in tal senso, così da consentire a Sogeaal di difendersi nella causa civile intentatale da Air One (sub concessionaria di Sogeaal) davanti al tribunale di Chieti;
richiesto di sollecitare Enac ad adempiere ai suoi obblighi, il Governo, nella persona del sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti onorevole Mario Mantovani, rispondeva, nella seduta del 27 ottobre 2009, pronunciando testualmente le seguenti parole (a pagina 8 del resoconto): «Per pervenire alla risoluzione della problematica riscontrata, l'Enac ha disposto, con nota in data 21 ottobre 2009, inviata alla direzione aeroportuale di Alghero, l'adozione del provvedimento definitivo che formalizza la consegna alla Sogeaal dell'aerostazione dalla data della sua attivazione, comprendendo anche le aree sub-concesse dal gestore ad Air One»;
l'interrogante, nel prendere atto della risposta, si dichiarava soddisfatto, pur lamentando il lungo periodo di tempo intercorso e l'inspiegabile lunga resistenza di Enac a ottemperare a quanto formalmente richiestole dalla sua stessa commissione interna;
tuttavia, l'affermazione del Sottosegretario consegnata agli atti della Camera dei deputati, alla verifica pratica, è risultata e risulta non trovare riscontro nei fatti, non avendo Enac a tutt'oggi disposto alcunché, come si evince anche dal fatto che le notizie apparse sulla stampa locale non sono state smentite (ad esempio, «La Nuova Sardegna» del 1o novembre 2009) -:
quali spiegazioni il Ministro interpellato possa fornire circa quella che appare ed è di fatto una informazione priva di fondamento e se il Ministro interpellato intenda rendere ulteriori e più precisi elementi di risposta con riferimento alla problematica già posta con l'interrogazione n. 3-00520.
(2-00531) «Melis, Soro».
(9 novembre 2009)
C)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
sabato 24 ottobre 2009 ad Amantea rappresentanti dell'associazione ambientalista «FareAmbiente» della Calabria erano stati invitati a partecipare alla trasmissione di Rai 3 «Ambiente Italia»;
il coordinatore regionale della Calabria di Fare Ambiente, dott. Antonio Iaconetti, accompagnato da una folta delegazione di aderenti locali all'associazione, avrebbe dovuto intervenire nella trasmissione, ma è stato aggredito, insieme ai suoi accompagnatori con calci e spintoni al grido di «fascisti»;
secondo gli aggressori i rappresentanti dell'associazione «Fare Ambiente» della Calabria non dovevano partecipare alla trasmissione in quanto non degni di rappresentare nessuno;
gli aggressori hanno proseguito con fare minaccioso, brandendo le aste di bandiere e striscioni, ed anche grazie a fischi, trambusto e musica ad altissimo volume hanno impedito che si svolgesse l'intervista da parte del conduttore televisivo;
Fare Ambiente, movimento ecologista europeo, è legalmente riconosciuto dal ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare con apposito decreto pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana;
gli interpellanti, nel condannare e stigmatizzare fermamente l'aggressione subita dagli aderenti all'associazione Fare Ambiente della Calabria, ritengono che sia un diritto sociale, civile e costituzionale, da parte della citata associazione, di partecipare a iniziative di informazione nonché di esprimere le proprie proposte nell'ambito di un confronto democratico -:
se sia a conoscenza dei fatti citati in premessa;
se siano stati individuati i responsabili dell'aggressione subita dagli aderenti dell'associazione «Fare Ambiente» della Calabria;
quali iniziative intenda intraprendere affinché aggressioni come quelle accadute ai danni degli esponenti di Fare Ambiente della Calabria non si verifichino più, al fine di consentire a tutti i soggetti interessati il diritto all'informazione e la partecipazione a momenti di confronto democratico, come diritto costituzionalmente sancito.
(2-00530)
«Iannaccone, Lo Monte, Commercio, Belcastro, Latteri, Lombardo, Milo, Sardelli, Brugger».
(9 novembre 2009)
venerdì 13 novembre 2009
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